L’11 gennaio 1920 Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario appena nominato capo del governo fiumano da Gabriele d’Annunzio, tiene al Teatro Fenice un discorso d’insediamento rivolto contro le potenze capitalistiche Inghilterra, Francia e Stati Uniti, contro l’egoismo dei popoli ricchi che avrebbe ceduto alla sollevazione dei popoli oppressi ora riuniti sotto il simbolo dell’Impresa fiumana, concludendo con il celebre: “Non è mai tardi per andar più oltre”.
E in effetti Fiume, da quel giorno, iniziò un cammino che la portò molto oltre l’iniziale intento di annessione all’Italia, diventando un laboratorio di sperimentazioni sociali e politiche avanzatissime che trovarono il loro coronamento nella Carta del Carnaro.
Nel mio romanzo “Sulla cima del mondo – il romanzo dei ribelli di Fiume” narro il momento in cui Mario Carli presenta il primo numero del suo giornale “La Testa di Ferro” dove è riportata in prima pagina la frase di De Ambris, con la riproduzione della testata originale gentilmente concessa dall’Archivio Museo Storico di Fiume a Roma.