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PIANETI, METALLI E UOMO (2/8): IL PIOMBO E LE FORZE DI SATURNO

“Chi conosce Saturno conosce anche il piombo, chi conosce il piombo sa cosa rappresenta Saturno. Perché Saturno non è solo nel cielo, ma anche in fondo ai mari e nelle profondità della Terra.” (Paracelso)

Il primo processo planetario che andremo a osservare in questa serie di articoli è quello di Saturno, che si sostanzia nella realtà terrestre nel metallo piombo. Abbiamo visto nell’articolo introduttivo (1/8) che il piombo si pone al confine della scala di reattività dei metalli (relativamente ai sette presi in considerazione), risultando il peggior conduttore di suono, luce, elettricità e calore. Ciò inizia a dare un’idea della sostanziale passività di tale metallo, che si lascia afferrare dai fenomeni terrestri senza reagire o “restituire” alcunché. Assorbe qualunque vibrazione, anche sonora, infatti è il miglior isolante contro il rumore, ma assorbe anche tutte le radiazioni ionizzanti (raggi X, beta, gamma), l’elettricità in qualità di pessimo conduttore, la luce (non può esistere uno specchio di piombo) e il calore: fonde facilmente alla fiamma di una candela ma non permette al calore di propagarsi, infatti se si tiene in mano una stecca di piombo che fonde non si avvertirà alcun riscaldamento, e allo stesso modo rilascerà poco calore raffreddandosi. È totalmente asciutto e ha rapporto negativo con l’acqua, che respinge anche nei suoi minerali (per questo è stato molto utilizzato nelle condutture idriche). La sua opposizione all’acqua, che è la base della vita, ci indica che la realtà pesante e opprimente del piombo è affine alla morte. Ciò avviene anche nelle reazioni chimiche, nelle quali il piombo, in virtù della sua semplice chimica anidra, reagisce facilmente con qualunque agente, ma forma un precipitato insolubile che cade pesantemente sul fondo e si chiude a qualunque altro processo, nell’irrigidimento di ogni forza chimica. La sua affinità per le forze di morte è evidente anche nell’ambito subatomico: qualunque minerale radioattivo al termine del suo decadimento si trasforma in piombo, che ne rappresenta la tappa finale e definitiva. Infatti la “vecchiaia” di un minerale radioattivo si misura proprio in quantità di piombo in esso contenuto.

In questi rapidi cenni qualitativi possiamo trovare dei caratteri comuni che ci aiutano a formare una prima immagine del processo del piombo: la passività, l’indifferenza, il rifiuto di trasmettere ciò che arriva dall’esterno. Tali proprietà di isolamento e di limitazione sono quelle della sfera di Saturno che con la sua orbita intorno alla Terra circonda tutto il sistema planetario riparandolo dalle radiazioni cosmiche (allo stesso modo, ovunque è presente del piombo si formano dei confini).

Un altro aspetto peculiare è l’affinità coi processi di invecchiamento e di morte: nell’intossicazione cronica da piombo, che non a caso è chiamata “saturnismo”, si ha devitalizzazione e mineralizzazione progressiva di tutto l’organismo, in particolare del sistema nervoso, che porta verso una vera e propria mummificazione. Sappiamo dall’indagine scientifico-spirituale che ogni intensificazione dei processi distruttivi e contrari alla vita porta a un rafforzamento della coscienza, grazie alla liberazione delle forze plasmanti dai loro compiti (con la morte fisica si ha l’elevazione massima del livello di coscienza nella totale spiritualizzazione). Tutto ciò attiene proprio al processo del piombo, che ha sempre la tendenza a “spiritualizzare” il corpo fisico. Se però con l’avvelenamento ponderale si ottiene una spiritualizzazione troppo veloce fino alla morte, il sano processo di “morte parziale” del piombo è proprio quello che ci rende coscienti e che, con l’avanzare dell’età, ci porta naturalmente a contatto con la nostra parte spirituale, ovvero con la coscienza matura che porta in sé il calore comprensivo della conoscenza umana.

Ciò è riscontrabile negli ambiti di azione del processo del piombo nell’uomo, dove agisce con processi differenziati di calore e come elemento strutturante di delimitazione verso il mondo esteriore. Con processo freddo “dall’alto” limita e diminuisce i processi vitali tramite processi di “vita morente” che permettono l’esistenza degli organi di senso e del sistema nervoso (i distretti in assoluto meno vitali dell’organismo), e tramite la mineralizzazione e l’ossificazione permettono la formazione dello scheletro; dall’altro lato, con processo di calore “dal basso”, agisce nella milza, organo di Saturno, che ha funzione di maturazione e delimitazione, e mantiene la costanza termica del corpo e il ritmo della circolazione sanguigna. La fredda delimitazione verso l’esterno permette però di sviluppare uno straordinario calore interno: il processo di morte che culmina nell’ossificazione custodisce all’interno delle ossa la sorgente della vita, poiché è proprio nel midollo osseo che si formano i nuovi globuli rossi, che poi andranno a morire nella milza.

In “Aspetti dei misteri antichi” (O.O. 232), Rudolf Steiner ci dà un’immagine poetica di questo processo di continua morte e rinascita: “Vedi lo scheletro dell’uomo, Tu contempli la morte. Volgi lo sguardo all’interno delle ossa, È la resurrezione che si rivela in te”

Entrambi questi processi appartengono alla sfera d’azione dell’Organizzazione dell’Io, dunque risulta evidente che il processo del piombo va incontro proprio alla dinamica dell’Io e non degli altri corpi costitutivi. Analogamente i processi di delimitazione e differenziazione del calore ci riportano al sistema di forze di Saturno, legato alla prima incarnazione della Terra (chiamata appunto “Antico Saturno”) in cui era presente solo calore differenziato che ha formato l’organismo di calore dell’uomo. Tale sostanza di calore si deve al sacrificio dei Troni (o Spiriti della Volontà) che tramite essa hanno dato avvio alla creazione del nostro sistema solare e, grazie a questa prima “opposizione”, si è creato anche il tempo: noi uomini siamo figli di Saturno, creatore anche del tempo (si veda di Rudolf Steiner “La scienza occulta nelle sue linee generali” O.O.13).

Come sempre questi misteri si presentano in potenti immagini nella mitologia di ogni tempo e cultura. Nella nostra tradizione greco-romana il dio Cronos-Saturno non solo rappresenta le forze della vecchiaia e della morte, ma anche la più profonda saggezza che mai si possa acquisire. È altresì il creatore del tempo che in sé contiene la fine e l’inizio di ogni cosa, divorando ciò che egli stesso crea. Nel mito, infatti, Cronos-Saturno divora i figli che egli stesso ha generato.

Francisco Goya, “Saturno che divora i suoi figli” (ca. 1820)

Una così vasta gamma di caratteristiche rende il piombo un valido farmaco per gli stati in cui siano compromessi da un lato i processi di indurimento, dall’altro quelli della coscienza. Per fare ciò il piombo verrà preparato tramite specifici processi farmaceutici tali da adattarlo alle specifiche intenzioni dell’Io, in modo che possa rafforzare queste intenzioni quando agiscono troppo debolmente, ma che le possa anche frenare quando agiscono troppo intensamente con paralisi delle forze metaboliche. In linea del tutto generale, si usa il piombo in basse diluizioni per frenare l’eccessiva vitalità del metabolismo, che comporta sempre una diminuzione della coscienza (es. nel “bambino a testa grossa”, obeso, sognatore); in alte diluizioni per contrastare, grazie all’intervento dell’Io e all’attivazione del metabolismo, l’eccessivo processo del piombo che porta a indurimenti e sclerosi (es. nell’arteriosclerosi in età avanzata).

Concludiamo con un rapido sguardo al “tipo saturniano”, ovvero quell’individuo il cui corpo astrale, nel processo di avvicinamento alla Terra per una nuova incarnazione, ha “sostato” maggiormente nella sfera di Saturno, assumendo tratti peculiari della personalità (che, lo ricordiamo, non è il temperamento, ma si integra con esso). Si presenta generalmente come una persona magra, invecchiata precocemente, spesso soggetta a malattie serie. È di buona statura e corpo emaciato con pelle secca e fredda e muscolatura debole. Ha un sistema osseo marcato, evidente dall’ossatura del viso che infossa nelle orbite i suoi occhi dallo sguardo serio, triste e scuro; ha naso lungo e fino come la bocca e i capelli grigi anzitempo. È un forte malinconico, introverso, maturato troppo presto, per cui si rifugia nel passato ed è raramente allegro o incline ai sentimenti. Di solidi principi e di pochi bisogni per vivere, agisce sempre in maniera riflessiva e coscienziosa, ma quando l’influsso di Saturno è eccessivo i principi si fissano in uno “scheletro” inflessibile di pedanti astrazioni, l’assenza di bisogni diventa avarizia, la malinconia negazione della vita: un individuo dal cuore indifferente e freddo che paralizza la gioia di vivere negli altri.

Un tale individuo, così come le caratteristiche del piombo e l’azione di Saturno, si pone in assoluta polarità col “tipo lunare” che incarna le caratteristiche della Luna, sostanziate sulla Terra nel metallo argento, del quale andremo a parlare nel prossimo articolo.

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