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FASCISMO IN MASCHERINA – FASE 2

“Lo schiavo è chi aspetta che qualcun altro lo liberi.” (Ezra Pound, “Dal naufragio di Europa”)

Nel mio post “Fascismo in mascherina” di quasi un mese fa – pubblicato nel pieno della temperie mediatica sul coronavirus quando tutti erano sopraffatti dal terrore – invitavo a fare lo sforzo di rimanere più che mai lucidi e attentissimi a ogni privazione di libertà imposta dall’emergenza. Concludevo con le parole “Almeno saremo pronti, e con le idee chiare, per ciò che accadrà dopo”.

Bene, il “dopo” è alle porte, ma per molti le idee non sono ancora chiare, e le dittature approfittano sempre della paura e della confusione per imporsi. Non importa quale idea vi siate fatti nel frattempo su tutta questa vicenda, l’importante è che vi siate fatti un’idea VOSTRA, qualunque essa sia, che abbiate preso una posizione cosciente basata su un’analisi spregiudicata dei fatti, senza ingoiare tutto ciò che viene propinato e senza lasciarvi trascinare dalle emozioni.

Quindi, se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di approfittare di questo ulteriore periodo di isolamento per formarvi un’idea libera e individuale, preparandovi interiormente alla “fase due”. Non uscite, non fate bravate inutili che prestano solo il fianco ai patetici servizi delle televisioni di stato su grigliate condominiali sgominate dai droni, runner solitari che fuggono all’implacabilità della Giustizia su spiagge deserte, abominevoli coppiette che hanno osato appartarsi in macchina. Questi non sono gesti di ribellione, ma solo carburante per l’odio sociale, diventano pretesti per tenerci divisi e ciechi a tutte le privazioni di diritti che ci impongono un po’ alla volta, per poi forse non restituirceli più.

Dunque lo dico e lo ripeto: RIMANETE A CASA. Ma non rimaneteci come le pecore che belano “andràtuttobene”, perché non andrà tutto bene se non ci formiamo un pensiero libero. E per avere un pensiero libero bisogna per prima cosa informarsi sui fatti, su TUTTI i fatti, con occhio critico, distacco emotivo e senza alcun pregiudizio, bisogna ascoltare sia il telegiornale nazional-popolare che le trasmissioni dei “complottisti”, senza parteggiare né per l’uno né per l’altro (in medio stat virtus), analizzando i dati che ormai sono a disposizione di tutti (lo sapevate, per esempio, che ogni anno l’influenza stagionale uccide nel mondo tra le 300 mila e le 650 mila perone, bambini inclusi? Basta andare sul sito dell’OMS, così, per dire) e ascoltando tutte le campane, finché la pluralità sarà ancora concessa, perché una democrazia senza pluralità è una dittatura.

Tuttavia, come ho già scritto nel post precedente, la dittatura del ventunesimo secolo non avrà la faccia ben riconoscibile di un tiranno da abbattere, ma sarà l’emanazione di un potere acefalo che ci toglierà “per il nostro bene” i mezzi per formarci un pensiero libero, imponendoci la sua unica e incontestabile verità. Per fare ciò, il Potere ha sempre bisogno di una situazione di emergenza (mai sentito parlare della teoria della “shock economy” di Milton Friedman? L’ha applicata con successo il nostro caro Mario Monti nel 2012) da protrarre più a lungo possibile in modo da procedere a privazioni di libertà e stravolgimenti economici con l’assenso del popolo impaurito.

Così appaiono le “task-force”, ovvero direttivi NON ELETTI DA NESSUNO, con l’immenso potere di dividere il Giusto dallo Sbagliato: si forma l’arbitrario “Patto trasversale per la scienza” che decide cosa sia scientifico o meno, con il potere di delegittimare qualunque scienziato; la task-force “anti fake-news” che decide quali notizie siano attendibili e quali bufale, con il potere di ridurre al silenzio i dissidenti; la task-force per la “ripartenza” governata da amministratori delegati di multinazionali, che notoriamente fanno gli interessi del popolo; la task-force per le app di controllo degli spostamenti dei cittadini, e così via.

Queste sono già realtà, ormai, ve ne siete accorti? Sapete che esiste un “sistema unico di segnalazione del Comune di Roma” per denunciare, nell’anonimato, assembramenti di persone? Sapete che nella Roma occupata dai nazisti si poteva denunciare, nell’anonimato, dove si rifugiavano gli ebrei, o nella Russia sovietica dove si nascondevano i dissidenti? Sapete che (notizia di ieri) il Comune di Grugliasco ha costituito le “ronde anti-trasgressori” formate da cittadini in divisa che pattugliano la città in cerca di “furbetti” per consegnarli alla Giustizia? Sapete come si erano formate le squadre fasciste cent’anni fa e cosa facevano con il plauso della popolazione impaurita?

Ora il problema non è ciò che impone il Potere, ma il nostro assecondarlo, il nostro esserne complici interiormente. Svegliamoci. Con un pensiero forte e libero possiamo creare una barriera inespugnabile. Non c’è bisogno di fare del male a nessuno né di trasgredire la legge, nemmeno quella di restare a casa. Per il momento è sufficiente PENSARE (cosa più difficile di quanto si creda), approfittando di questo ulteriore confinamento. Prepariamoci, ognuno a suo modo, ognuno con la propria irripetibile individualità, a ciò che verrà dopo. Perché dopo saranno cazzi, già ci sono tutte le premesse. E non solo cazzi economici in un Paese indebitato fino al collo alla mercé delle multinazionali (perché il problema non è la Germania o l’Olanda, se non l’avete ancora capito), ma saranno cazzi per le nostre libertà personali, sempre – beninteso – con lo slogan “per la vostra sicurezza”.

Per evitare commenti inutili e fuori luogo, concludo ribadendo che io sono un libero pensatore e NON HO ALCUN COLORE POLITICO, me ne frego della destra e della sinistra, dei guelfi e dei ghibellini, e chi ancora si scanna per i politici – quelle tragicomiche marionette manovrate dai poteri economici – non fa che assecondare il loro gioco di mantenerci divisi, proprio in un momento in cui dovremmo essere più uniti che mai, almeno chi pensa con la propria testa.

Nel suo “Trattato del ribelle” (che vi invito caldamente a rileggere in questo momento storico), Ernst Jünger scriveva che una minoranza, per quanto minuscola, di esseri pensanti uniti in nome della libertà è il terrore di ogni dittatura. Infatti ogni dittatura aumenta sempre i sistemi di controllo in maniera apparentemente spropositata rispetto all’esiguo numero dei dissidenti, perché (cito Jünger) “tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti”.

E questo, aggiungo io, dovrebbe essere il nostro sogno.

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