Blog

LA MIA TORCELLO

È il mio luogo del cuore. Il primo fra tutti fin dall’infanzia. L’unico a essersi conservato identico a come l’ho conosciuto la prima volta, perché l’isola di Torcello ha avuto il suo splendore e la sua vita molti secoli fa e adesso riposa in braccio alla laguna nel suo eterno tramonto, senza il bisogno di andare avanti. Lasciatela così, vi prego, non violentatela. Lasciate almeno questo estremo lembo di silenzio fuori dal rumore del mondo e lasciatemi viverla ancora in quelle passeggiate solitarie al di là del campanile, dove si apre la laguna, quelle passeggiate che hanno ispirato gran parte del mio romanzo “Il Sole a Occidente”. Voglio assaporare ancora la sua bellezza struggente dal vivo, non solo nel ricordo, come ormai per tutto.

“Andavano a passeggiare lungo i lembi estremi dell’isola, intorno alla palude, dove nessuno aveva mai osato – o voluto – andare, dove esplodeva l’infinito della laguna settentrionale. Su quelle colonne d’Ercole si fermava il mondo da loro conosciuto e desiderato. Più oltre c’erano solo le vestigia sommerse dell’Antichità scampata alle distruzioni dei Barbari, c’era il fantasma di Romolo Augustolo, ultimo imperatore-larva dell’Impero Romano d’Occidente, che assisteva alla morte del suo impero ridendo, tra le congiure dei pretoriani e le carezze lascive delle cortigiane. Oh, non volervi, non potervi un po’ morire!

Rimanevano a respirare la palude e il ricordo della malaria nel silenzio totale. A volte si udiva il motore di un’imbarcazione lontana, altre un campanile che batteva i Vespri – chissà da quale isola – altre ancora il verso dei cormorani che volavano radenti sull’acqua, ma la maggior parte del tempo erano immersi nel silenzio, le mani e le labbra unite. Poi, quando il sole iniziava la sua discesa, si scuotevano appena in tempo per prendere l’ultimo vaporetto per Venezia, correndo mano nella mano per i canneti e attraversando il ponte del Diavolo fino all’imbarcadero.”

(Da “Il Sole a Occidente”, ed. Historica 2016)

Blog

UN AUGURIO SPECIALE

Un augurio speciale a chi ha combattuto e combatte per la libertà senza piegare la testa, fosse anche in una resistenza disperata, assumendosi i propri rischi senza mai dimenticare che quando un uomo non rischia per le proprie idee, o non valgono niente le sue idee, o non vale niente lui.
Ecco, vorrei che ricordaste nei momenti di sconforto – e ce ne saranno ancora tanti – che il tempo è galantuomo. Sempre. Ma dovete essere galantuomini anche voi.
Buon anno.

Foto Jurek Kralkowski

Blog

ROMA RUFFIANA

Roma ruffiana, quando mi scodelli un tale crepuscolo mentre sorseggio un Negroni, ti perdono tutto. Anche la buca che mi ha giustiziato la gomma della Vespa.

Blog

BUONE FESTE!

E ricordatevi che anni, amori e bicchieri non si devono contare mai!

Blog

OTTANT’ANNI FA

I nonni paterni Italo e Clara ad Ascoli Piceno, ottant’anni fa, in piena guerra.
Amo la spontaneità di questa foto e in particolare la delicatezza quasi smarrita con la quale mio nonno si appoggia al braccio di lei, invertendo la prassi. È lui a indossare la divisa, ma dal piglio, lo sguardo e il passo deciso, l’ufficiale sembra lei.

Blog

LE FORZE DELL’OSTACOLO

In questo particolare del maestoso “Fregio di Beethoven” di Klimt, da me fotografato alla mostra tuttora in corso a Palazzo Braschi (che vi invito caldamente a visitare), sono rappresentate le “forze dell’ostacolo” nella figura del mostro-scimmione Tifeo (rappresentazione delle forze materialiste) circondato dalle Gorgoni e da altre figure che simboleggiano i vizi.

Tale raffigurazione occupa la parte centrale delle tre in cui è diviso l’affresco, concepito come il percorso evolutivo dell’essere umano per raggiungere la felicità, qui rappresentata dal congiungimento con la donna amata. Quello del percorso evolutivo costellato da difficili prove è un tema da sempre presente, in varie declinazioni, in tutte le forme d’arte, dalla letteratura al teatro, dalle arti figurative alla danza.

Chiaramente la parte più dura del cammino è proprio l’incontro con le “forze dell’ostacolo” che vanno sconfitte e superate… Ma chi sono queste entità presenti in ogni tempo, filosofia o religione? Sono “buone” o “cattive”? Se consideriamo “buono” tutto ciò che favorisce l’evoluzione interiore e “cattivo” ciò che la ostacola, a tutta prima potremmo collocarle nella schiera dei “cattivi”, come appunto le ha rappresentate Klimt. Tuttavia, a uno sguardo più ampio, è proprio l’incontro e il relativo superamento di tali ostacoli che permette all’uomo di acquisire determinati gradini evolutivi altrimenti impossibili da raggiungere. Dunque, se l’uomo le supera ed evolve, si rivelano a posteriori entità “buone”; se al contrario soccombe ad esse, regredendo nella sua evoluzione, hanno avuto il ruolo di “cattive”.

La realtà è che non sono né buone né cattive, esse semplicemente “esistono” e svolgono il loro lavoro di ostacolatrici, poi è l’uso che ne fa l’individuo a donare loro una dimensione morale. Siamo sempre noi la misura di ogni cosa. E dobbiamo sempre tenerlo presente, in particolare in momenti “ostacolatori” come quello che stiamo vivendo, quando ci viene voglia di inveire contro il mondo o, peggio, di piangerci addosso, ciechi alle possibilità evolutive che ci offre una situazione impegnativa come l’attuale.

Blog

RIFLESSIONI BLU

“Riflessioni blu su bicchiere vuoto”

(gessato su capitonné a tecnica mista, collezione privata, 2021)

Blog

ADIEU, TOUR VERTE!

Après des années de publications extraordinaires, la maison d’édition La Tour Verte ferme définitivement ses portes. Plus que quelques exemplaires de mon roman qui ne sera plus réimprimé.
Il y a la possibilité de recevoir « L’Ange de la décadence » pour 9 euros plus frais de port. N’hésitez pas à commander votre exemplaire en écrivant à l’adresse mail suivante :

christelleroux70@yahoo.com