In questo saggio ho cercato di ampliare i miei studi sulle sostanze stupefacenti da un punto di vista soprasensibile, secondo la visione della medicina antroposofica steineriana. Se infatti la scienza convenzionale si occupa solo di descrivere i meccanismi biochimici – tra l’altro spesso ancora ignoti – di cui si servono le droghe per agire sulla coscienza umana, ampliando lo sguardo verso lo spirituale possiamo essere in grado di comprendere le ragioni di tale azione, il motivo per cui una determinata pianta vuole agire in quel modo sulla psiche e quali forze spirituali vi sono dietro.
Tale studio, come sempre accade quando si indaga con il metodo della scienza dello spirito inaugurata da Rudolf Steiner, mi ha portato ben oltre la descrizione di ogni droga, abbracciando tutte le espressioni dell’umano, come arte, letteratura, religioni, storia, miti. Le sostanze stupefacenti hanno infatti accompagnato da sempre la nostra storia, agendo sia come forze evolutive che come ostacoli all’evoluzione, sia a livello individuale che a livello generale di un determinato popolo o civiltà. Ciò perché ognuna di esse è latrice di differenti forze spirituali, dal ritorno illusorio verso il paradiso terrestre promesso dall’oppio all’incarnazione materialistica del presente favorita da alcol e coca, fino all’esplorazione di future epoche evolutive aperta dagli allucinogeni.
Per comprendere tale visione è necessario sgombrare la mente da pregiudizi e moralismi, cercando di portarsi un po’ più in là della mera esistenza fisica per gettare uno sguardo al mondo soprasensibile come causa prima di ogni manifestazione terrestre.