
Metallo decisamente singolare il mercurio, che si distingue da tutti gli altri grazie a proprietà uniche e imprevedibili, sempre collegate alla sua straordinaria mobilità (il suo pianeta, Mercurio, è di gran lunga il più rapido a effettuare la rivoluzione intorno al sole) e alla sua capacità di “mettere in comunicazione”. Non a caso gli alchimisti indicarono con “Mercur” uno dei tre processi fondamentali della sostanza, ponendolo in equilibrio tra l’indurimento del “Sal” in basso (che rappresenta l’elemento Terra) e la combustione del “Sulphur” in alto (elemento Fuoco). Tale stato racchiude quindi sia l’elemento Acqua che l’elemento Aria, posti in un equilibrio dinamico e sempre cangiante tra condensazione e volatilizzazione.

Lo stesso metallo mercurio presenta appunto queste proprietà: benché denso il doppio del ferro e quattordici volte più pesante dell’acqua (dopo l’oro è il più pesante dei sette metalli), si presenta liquido a temperatura ambiente poiché ha punto di fusione a – 39°C e per giunta tenta sempre di evaporare, di passare allo stato aereo, dato il suo punto di ebollizione molto basso in relazione al peso. L’irrequietezza del mercurio lo fa immediatamente dilatare o restringersi in base a minime variazioni di temperatura o pressione, fenomeno che ha permesso la realizzazione di termometri e barometri a mercurio. Per questa sua irrequietezza e per il colore argentato lucente, nell’antichità era chiamato “argento vivo” (espressione tuttora utilizzata per indicare un individuo irrequieto – in particolare bambini nel loro secondo settennio, il settennio mercuriale appunto) o “argento liquido”, hydrargyrum presso i latini (da cui il simbolo chimico “Hg”) derivante dal ὑδράργυρος dei greci: hydro (acqua) e àrgyros (argento).

Chi non ha mai giocato, ignorando la sua potenziale tossicità, con le “palline” di mercurio liberatesi da un termometro appena rotto? Rapidamente si riusciva a farle riunire in una goccia più grande che presto diventava una goccia unica, ma altrettanto rapidamente si poteva tornare a farla rompere in mille gocce che correvano in tutte le direzioni. Ed è proprio la goccia la forma archetipica del mercurio, che corrisponde a quella della cellula e, in definitiva, della vita (la goccia d’acqua). In ciò risiede una prima differenza con lo stagno, suo metallo polare, visto nello scorso articolo: mentre il mercurio va verso l’elemento goccia, lo stagno tende alla struttura gel o addirittura verso la configurazione cristallina.
Nel mondo del mercurio esiste sempre la possibilità di stringere legami, anche improbabili, ma mai rigidi, per cui ha sempre la possibilità di portare di nuovo a sciogliersi qualcosa che si è irrigidito, in opposizione ancora una volta allo stagno che, al contrario, porta la forma nell’elemento liquido. Il mercurio rappresenta nel mondo minerale ciò che l’acqua è per il mondo terrestre, sciogliendo tutti i metalli (tranne il ferro) così come fa l’acqua con i sali, a formare i caratteristici “amalgami” che non sono veri e propri legami chimici (il più noto è quello con l’argento per le otturazioni dentali o quello con l’oro, utilizzato in passato per estrarre facilmente questo metallo) o curiose associazioni chimiche come il “fulminato di mercurio” nel quale unisce carbonio, azoto e ossigeno in un composto instabile colmo di tensione e capace di esplodere al minimo urto, utilizzato appunto per l’accensione dei proiettili.

Proprio grazie alla sua “smania” di liberarsi facilmente dai legami che lui stesso ha creato, il mercurio è sempre riuscito a farsi estrarre dai suoi minerali senza particolare fatica: fin dall’antichità è noto il suo metodo di estrazione per semplice riscaldamento o per aggiunta di aceto in un mortaio a partire dal cinabro. Questo solfuro di un bel colore rosso acceso rappresenta il principale minerale del mercurio, abbondante in Europa. In effetti il mercurio è l’unico dei sette metalli che dovremmo chiamare propriamente “europeo”, trovandosi i suoi giacimenti principali in Spagna, Italia (Monte Amiata), Slovenia e Russia meridionale. Occupa quindi una posizione “centrale” non solo tra Est e Ovest, ma anche tra Nord e Sud.

Tuttavia negli ultimi decenni gran parte delle miniere europee non sono più attive perché antieconomiche, o in alcuni casi esaurite, e il primo estrattore mondiale è rappresentato oggi dalla Cina con circa 3600 tonnellate l’anno, seguita da Tagikistan e Kirghizistan. Rimane il fatto che, come esposto nell’articolo di apertura di questa serie, l’irraggiamento del pianeta Mercurio raggiunge i suoi livelli più elevati nella “mercuriale” Europa, posta come una cerniera tra Oriente e Occidente, poli tra i quali è storicamente chiamata a creare un “amalgama”, non solo sul piano geopolitico (come per esempio dimostrano i tragici eventi dei nostri giorni), ma anche filosofico e spirituale. Nella storia nessuna popolazione ha mai mostrato una “mercurialità” paragonabile a quella degli europei che per vocazione, commercio, sete di conoscenza, spirito d’avventura o di conquista hanno da sempre messo in comunicazione i quattro angoli del globo, anche popolazioni e culture che mai sarebbero entrate in contatto tra loro.

Non stupisce quindi che il dio Mercurio presso i Romani era il giovane agile e scattante messaggero degli dei con le ali ai piedi e sul copricapo, che manteneva il collegamento tra di essi e tra Cielo e Terra, tra le divinità e gli uomini e tra gli uomini stessi, dio dell’intelletto logico, dei viaggi e del commercio (e dei ladri!), promotore del rapporto tra uomo e uomo anche di culture distanti non solo geograficamente, protettore degli affari – leciti e illeciti – e del guadagno. Fin dalla fondazione di Roma gli fu dedicato un tempio al Circo Massimo e fu istituito il Collegium Mercurialium dei mercanti, chiamati appunto mercuriales, e fu raffigurato su alcune monete (non è forse il denaro un elemento mercuriale?). La sua iconografia deriva direttamente dall’Ermes greco, così come i suoi attributi di giovane dio mobile e astuto, ma presso i Greci svolgeva anche l’importante funzione di psicopompo, ovvero l’accompagnatore delle anime dei defunti verso l’Ade. Risulta ancora una volta evidente la vocazione del mercurio a mettere in collegamento mondi anche distanti tra loro, con la funzione di intermediario posto al confine.

Per questo in medicina antroposofica gli organi e gli apparati soggetti ai processi mercuriali sono proprio quelli posti ai confini tra natura esterna e natura interna: il polmone e l’intestino. Sopra il diaframma, nel polmone, il processo mercuriale si manifesta come elemento aria, sotto il diaframma, nell’intestino, si manifesta come elemento acqua, ricollegandoci al processo alchemico “Mercur” citato in apertura.
Nel processo digestivo la massa degli alimenti (natura esterna), elaborata dalle secrezioni, viene immessa nel circolo dell’organismo (natura interna), compiendo il legame tra natura esterna e natura umana. Dunque la digestione non è altro che l’amalgamarsi di due forze che porta ai processi costruttivi dell’organismo e per questo nell’intero distretto digestivo abbiamo un ambito di azione del mercurio come rimedio: dalle difficoltà di nutrizione alle malattie infettive intestinali, come l’enterite dei bambini.
Anche nel processo respiratorio abbiamo l’incontro tra la natura esterna e quella interna. Il polmone ha appunto una struttura mercuriale, composta da un’enorme serie di cavità sferiche che producono un’unica superficie di respirazione. Da organo mercuriale, il polmone mette in relazione dall’alto il ferro (laringe, tiroide) nell’inspirazione col rame in basso (rene) nell’espirazione. Quando però una parte del polmone viene sottratta al dominio dell’organismo, in esso si “separano” i processi catarrali e infiammatori purulenti sui quali ha effetto il mercurio, soprattutto se unito allo zolfo nel minerale cinabro, che ha particolare affinità per il distretto dove circolazione e respiro confinano reciprocamente. In alte diluizioni sarà indirizzato verso le vie aeree superiori, in casi come tonsilliti acute e croniche, in diluizioni medio-basse è invece indicato per le bronchiti.
Un altro ambito di azione dei rimedi a base di mercurio sono gli organi ghiandolari, con la loro forma a goccia come immagine stessa dei processi mercuriali, e altri tessuti di “confine” come le mucose.
Per riassumere efficacemente le azioni terapeutiche del mercurio possiamo citare Steiner: “Si può utilizzare terapeuticamente il mercurio ovunque si formino nell’organismo processi che si separano e che devono essere riportati nel dominio dell’intero organismo.” (Steiner, Wegman “Elementi fondamentali per un ampliamento dell’arte medica” O.O.27).

Concludiamo con un rapido sguardo al “tipo mercuriale”, ovvero quell’individuo che nel processo di incarnazione ha subito prevalentemente l’influsso del pianeta Mercurio. Fisicamente si accorda col temperamento sanguinico e si presenta con le sembianze di Ermes: snello, flessuoso, agile, di aspetto giovanile, quando cammina sembra quasi non toccare terra (le ali ai piedi), dallo sguardo attento e irrequieto sulle persone e il mondo circostante per il quale nutre un vivo interesse. Intraprendente, intelligente, vivace, astuto, spiritoso e ironico, abile, versatile, adattabile, ottimo mediatore e attore brillante, spesso egocentrico, coglie al volo i concetti e i sentimenti altrui potendo influenzarli immediatamente a proprio vantaggio. Bisognoso di libertà e di continue novità che abbandona presto per le più nuove, anche nei rapporti sentimentali, il tipo mercuriale ha bisogno di intessere continuamente nuove relazioni e di intraprendere viaggi verso terre nuove (come non pensare a Ulisse, il mercuriale per eccellenza tra gli eroi omerici!). Grazie a tali qualità, trova realizzazione in mestieri come medico, insegnante, commerciante, e nel campo diplomatico.

Se Steiner definisce l’esistenza mercuriale “uno svolazzare su sentimenti e concetti”, non ci è difficile comprendere le caratteristiche di un individuo che subisce eccessivamente l’influenza di Mercurio: ingannatore, imbroglione, bugiardo, intraprende troppe cose senza portarle a termine, precipitoso, superficiale nell’acquisire nuove conoscenze così come nel gestire relazioni umane, portato a diffondere notizie sensazionali spesso non vere, capace di arrivare fino allo spionaggio e al tradimento.

Per contro, un individuo che non riceve alcun influsso mercuriale non mostrerà il minimo interesse per l’ambiente e per gli altri, sarà dotato di un intelletto debole e ottuso, sarà svogliato nell’apprendere nuove conoscenze e nell’incontrare nuove persone, asociale, non comunicativo e non adattabile ad alcuna situazione.