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SULLA CIMA DEL MONDO

Nell’autunno del 1919 il tenente Saverio Gualtieri, reduce di guerra, fugge dall’Italia borghese per bruciare di vita nella Fiume libertaria di Gabriele d’Annunzio, la città dove tutto è possibile, dove si vive e si sogna la rivoluzione. Sarà proprio lui a raccontare in un brillante stile futurista quell’anno vissuto in un vortice di sesso, guerra, droga, spie, ideali, beffe e amori.

Un romanzo appassionante, basato su una fedele ricostruzione storica e documentaria, che ci fa vivere in prima persona uno dei momenti più liberi e ribelli del nostro Novecento.

Epigrafe tratta dal Manifesto del Futurismo.

12 Settembre 1919 – La Marcia di Ronchi verso Fiume.

Incipit del romanzo, con la narrazione della Marcia di Ronchi.

Bambine fiumane, 1920.

La “crociata degli innocenti”, febbraio 1920.

Opuscolo originale del 15 giugno 1920 dedicato alla festa del patrono di Fiume.

Narrazione della festa di San Vito con stralci dell’opuscolo di Mino Somenzi.

I coniugi Igliori, Fiume 1920.

Scena del romanzo ambientata del dicembre del 1920, poco prima del Natale di sangue.

Manifesto originale del concerto di Toscanini e gli orchestrali della Scala, Fiume 21 novembre 1920.

Narrazione di un momento del concerto di Toscanini. Sono riportati tutti i brani eseguiti dal Maestro.

Gabriele d’Annunzio arringa le truppe, Fiume 1920.

Momento del Natale di sangue, narrato in stile futurista.

Quarta di copertina del romanzo.

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CAMBOGIA, IL GIOIELLO RITROVATO

La Cambogia è un gioiello che il mondo ha ritrovato da pochi anni. Prima che la globalizzazione la renda identica al resto dell’Indocina, il viaggiatore – e non il turista – riuscirà a cogliere sensazioni ancora autentiche, uniche, offerte con semplicità da questa terra straordinaria. Il presente taccuino di viaggio traccia un itinerario minimo, dentro e fuori se stessi, per avvicinarsi alla Cambogia e al suo popolo con consapevolezza. Un viaggio meraviglioso che ci cambierà interiormente, già con la lettura di queste pagine.

Epigrafe del libro.
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IL SOLE A OCCIDENTE

Un giovane artista sceglie di rifugiarsi nella sua torre d’avorio a Venezia e di fare della propria esistenza un’opera d’arte, elevando l’estetismo a etica di vita al di là del bene e del male. Nella sua sofferta quanto anacronistica ricerca di bellezza, questo dandy contemporaneo condurrà i suoi giorni oltre ogni regola morale e materiale tra la città lagunare, Roma, Parigi e l’India.

Romanzo neo-decadente, provocatorio, ironico, controcorrente, poetico e allo stesso tempo crudo, che trascina il lettore in una realtà governata dalla sola ragione estetica, destinata inevitabilmente a scontrarsi con un mondo massificato in cui la Bellezza è ormai sconfitta.

Epigrafe del libro.
Lawrence Alma Tadema – Le rose di Eliogabalo, 1888
Incipit del romanzo.
Belvedere del Pincio, Roma.
Il castello dei marchesi di Merteuil, Francia.
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia.
Un Carnevale a Venezia.
Isola del Cimitero di San Michele, Venezia.
Caffè Florian, Venezia.
Quarta di copertina.
I Tetrarchi – Basilica di San Marco, Venezia.